Rischiamo di diventare ripetitivi, lo so.
Dobbiamo tornare a ricordare l’Articolo 8, “Tutela della dignità della persona” del “Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica“:
2. Salvo rilevanti motivi di interesse pubblico o comprovati fini di giustizia e di polizia, il giornalista non riprende né produce immagini e foto di persone in stato di detenzione senza il consenso dell’interessato.
3. Le persone non possono essere presentate con ferri o manette ai polsi, salvo che ciò sia necessario per segnalare abusi.
Ieri. Tutte le testate hanno gioito alla notizia della cattura dei due colpevoli del cosiddetto “stupro della Caffarella” (credo quasi nessuna abbia usato il condizionale per definine la colpevolezza, ma bisognerà controllare). La notizia era accompagnata in modo quasi completo dalle solite foto segnaletiche, sostituite, appena sono state disponibili, dalle panoramiche in piano americano dei due accompagnati in manette dal personale delle forze dell’ordine.
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