Cattive Notizie

25 settembre 2008

World Social Summit: per una società senza paura

In questi giorni a Roma si tiene un grande convegno internazionale per discutere di una società senza paura, in cui non sia necessario temere attacchi terroristici, rifugiarsi in un Suv o guardare con sospetto il cinese che apre un negozio sotto casa. Sono temi straordinariamente rilevanti per le scienze sociali, e i relatori sono davvero di prim’ordine. Solo per fare qualche nome: David Altheide; Jacques Attali; Zygmunt Bauman; Gary S. Becker; Bill Emmott; Frank Furedi; Anthony Giddens; James Hillman; Michel Maffesoli, Roberto Saviano; Pier Luigi Vigna. La prima impressione è un po’ spaesante: come sempre, con la scusa dei “saluti istituzionali” cominciano a parlare i politici, meglio se in cerca di visibilità. Lasciando da parte i giochi di parole sul Qatar, tesi e gli argomenti di alcuni dei relatori sono al limite dello sconcerto.  Alemanno parla di multilateralità inciampando più volte sulle sue sillabe, ma il suo intervento sembra complessivamente dignitoso, specie quando parla degli effetti perversi della mondializzazione dell’economia, poi scivola di nuovo e reinventa la macchina del tempo. Al termine dei saluti dei politici la sala si svuota. Dando prova di grande educazione e di capacità di ascolto, quasi tutti i giornalisti sono fuori a chiedere qualche dichiarazione buttata lì sull’Alitalia, sulla criminalità a Roma o sulla commissione Attalì all’amatriciana (n.d.r. Attali era in sala, tra gli ospiti). La cosa strana è che il giorno dopo, a leggere quotidiani ed agenzie, sembrava che i giornalisti fossero stati ad un altro convegno e che in redazione fossero stati scambiati per sbaglio titoli ed articoli. Molti degli interventi degli ospiti sono stati infatti completamente travisati o fraintesi, malgrado il servizio di traduzione simultanea. La cosa più spiacevole e, insieme rivelatrice capita ad Attali (o Attali’, fate un po’ voi), che conduce un intervento di 10’12” di serrata critica all’”economy of greed” (economia della cupidigia) e un passaggio di un secondo (1”) sull’”economy of green”, che però  – caso strano – è l’unica cosa che riportano le agenzie. E oggi si è parlato di media e crimine: il moderatore è Mauro Mazza, direttore del TG2. Per quasi un quarto d’ora ci parla di una terrificante escalation del crimine, cercando la smarcatura preventiva dai pesanti attacchi alla libertà di informazione imputati dal direttore a chi contesta l’uso politico del tema sicurezza nei TG. Verrebbe da chiedersi se per caso ha letto le statistiche sulla criminalità del Viminale. Fortuna che appena dopo c’è David Altheide…

 

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