Non ho visto la puntata di Annozero dedicata al conflitto israelo-palestinese. Per di più non seguo la questione da molto tempo quindi non provo nemmeno a prendere una posizione.
Ho letto però con un certo interesse i commenti di Marcello Faletra e Gennaro Carotenuto sul blog “Giornalismo partecipativo”. Il primo mette in evidenza il punto su cui si sono focalizzate le critiche:
Se Santoro si fosse semplicemente limitato a far prevalere l’opinione, come ha fatto – tanto di nero e tanto di bianco – allora tutti sarebbero stati accondiscendenti, la Annunziata sarebbe rimasta e la trasmissione, sarebbe stata all’altezza del pensiero unico, che non vuole fatti, realtà, ma opinioni. Ma scorrevano le immagini del sangue delle vittime. C’era la cosa in più. C’era il reale. Il problema allora è: quanta dose di realtà deve entrare nella televisione? Attorno a questo problema destra e neodestra (PDL e PD) concordano sul fatto che la televisione non deve mostrare – far vedere i fatti soprattutto dal punto di vista di chi li subisce, toccare l’evidenza del reale – ma mostrare opinioni a seconda della misura e del peso politico. La televisione quantizza le opinioni. Numerizza la parola: tanti minuti a te tanti a me (per un momento siamo idealisti: accordiamo questa presunta parità).
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